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La Fauna
Il
lago di Venere. Conosciuto anche come lo
Specchio di Venere o Bagno dell’acqua, è l’unico
lago naturale di Pantelleria. Situato nella
parte centro-settentrionale dell’isola, appare
come una depressione di forma ovale il cui asse
maggiore misura circa 600 m. Le sue acque sono
in parte derivate da precipitazioni atmosferiche
e in parte alimentate da sorgenti sotterranee
ricche di sali: delicatissimo e complesso
l’equilibrio mineralogico e geochimico che lega
questo piccolo lago alle sorgenti idrotermali.
Visto dalla contrada Bugéber, che lo sovrasta
dal versante sud, offre un panorama
affascinante. La vegetazione delle rive è
dominata dalla lisca terminale e dallo zigolo
levigato, mentre, in posizione poco più elevata
e distante dalla riva si insedia una specie
endemica esclusiva di questa stazione: il
limonio densissimo. Qui trovano il loro habitat
ideale anche due invertebrati nordafricani: il
Grillotalpa cossyrensis e la Cynethia
rhoggunopheri.
La Flora
Addentrandoci verso l’interno si
osserva una vegetazione di macchia a ginepro
feniceo e periploca minore che, nei tratti
marginali e soleggiati, si arricchisce
dell’euforbia arborescente e di altre specie di
gariga e macchia. Nella parte ancora più
interna, sulle rocce affioranti, si insediano la
macchia a leccio e ginepro feniceo e il bosco di
leccio. Questi ambienti ospitano diverse specie
arbustive come il lentisco, la fillirea, l’alaterno,
lo gnidio, il caprifoglio mediterraneo, l’erica
arborea e il corbezzolo. Il leccio a Pantelleria
può trovarsi associato anche al pino marittimo
(autoctono). Salendo oltre inizia una fascia
vegetazionale caratterizzata da pino d’Aleppo
(di introduzione forestale) e lentisco nei suoli
più sassosi dei versanti aridi di “Dietro
Isola”. La pineta mista a pino d’Aleppo e pino
marittimo invece si insedia su suoli più
evoluti, ad altitudini comprese tra i 300 e gli
800 m s.l.m., dove troviamo anche la ginestra di
Pantelleria, un endemismo dell’isola.
Negli ambienti dove l’antica vegetazione
forestale è scomparsa a causa del degrado si
insediano diverse specie legnose, come l’erica
arborea e la multiflora, piante aromatiche quali la
lavanda selvatica e il rosmarino e poi lentisco,
corbezzolo, mirto, gnidio, caprifoglio
mediterraneo, sparzio villoso e, ancora,
ginestra di Pantelleria, oltre a varie specie di
cisto.
La vegetazione erbacea comprende lembi di
prateria ad ampelodesma e praterelli effimeri di
specie annue. Ma è salendo oltre, sulla parte
più elevata di Montagna Grande, là dove le
nebbie giocano un ruolo preziosissimo, che si
sviluppa un ricco sottobosco costituito da un
feltro di muschi e licheni, molti dei quali con
entità rare e preziose dal punto di vista
ecologico: qui scompare il pino d’Aleppo (o
diventa più sporadico) e prende il sopravvento
il pino marittimo.
Nei lecceti che colonizzano i
substrati con rocciosità affioranti troviamo
arbusti rappresentativi di mediterraneità come
il corbezzolo, il mirto e l’erica arborea, oltre
ad alcune specie di cisto. Montagna Grande offre
insediamento a boschi bellissimi e godibili.
La Fauna
Significative sono le presenze
animali sull’isola: qui risiede l’unica stazione
europea di cinciallegra algerina; l’unica
italiana di beccamoschino iberico e
dell’orecchione comune; l’unica siciliana di
colubro sardo o “ferro di cavallo”, un serpente
dall’inconfondibile livrea e lungo ben 150 cm.
Ma non basta. Troviamo anche una fauna che ci
ricorda quanto l’isola sia vicina all’Africa.
Innanzitutto due specie di invertebrati che sono
insediate nell’area del lago Specchio di Venere
(Grillotalpa cossyrensis e Cynethia
rhoggunopheri) e poi tutte le numerose specie di
uccelli migratori, che utilizzano Pantelleria
come tappa durante il loro percorso. L’asino di
Pantelleria, snello, elegante e aggraziato. Dal
pelo lucido e corto, morello o baio, l’asino di
Pantelleria, nato dall’incrocio di razze
africane e sicule era considerato robustissimo,
longevo, di passo sicuro e veloce: le sue
eccezionali caratteristiche ne facevano una
cavalcatura di gran lunga più affidabile
rispetto al cavallo.
Dall’isola era scomparso da
tempo, ma esistevano standard precisi per cui
l’Azienda Foreste ha lanciato un ambizioso
progetto: ricostituire la razza pantesca con un
accurato lavoro di ricerca che, attraverso
incroci fra individui idonei, permettesse di
ottenere asinelli che si avvicinassero quanto
più possibile alle indicazioni canoniche.
continua >>>
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