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In sede giurisdizionale la posizione del consiglio di giustizia amministrativa è sensibilmente mutata per effetto della istituzione anche nella regione siciliana del tribunale regionale amministrativo. Secondo la legge istitutiva il consiglio era giudice di primo grado nei riguardi degli atti e provvedimenti definitivi dell’amministrazione regionale e delle altre autorità amministrative aventi sede nel territorio della regione e giudice di appello sulle decisioni di primo grado delle giunte provinciali amministrative in sede giurisdizionale comprese nel territorio della regione; avverso le decisioni del consiglio sulle impugnative di atti e provvedimenti delle autorità amministrative dello stato non pronunciate in grado di appello era ammesso ricorso all’ordinanza plenaria delle sezioni giurisdizionali del consiglio di stato.

Dichiarata, con sentenza della corte costituzionale 12-111-1975, n. 61, l'illegittimità costituzionale dell'art. 40 della L. 6-XII-1971, n. 1034, che limitava sia pure temporaneamente la competenza del TAR per la Sicilia, e ricondotta la competenza di quest'ultimo nell'ambito della normativa generale, il consiglio di giustizia amministrativa è ora esclusivamente giudice di appello avverso le sentenze del tribunale amministrativo regionale per la Sicilia. La regione siciliana, nell'ambito del suo territorio, è succeduta nei beni e diritti patrimoniali dallo stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, comprese le acque pubbliche esistenti nella regione ed esclusi soltanto i beni che interessano la difesa dello stato o servizi di carattere generale (p. es., il demanio ferroviario).

Al suo fabbisogno finanziario la regione provvede mediante le entrate derivanti dai beni demaniali e patrimoniali della regione e mediante le entrate tributarie a essa spettanti. Ai sensi dell'art. 36 dello statuto speciale e del D. P. R. 26-VII-1965, n. 1074, che stabilisce le norme d'attuazione dello statuto stesso in materia finanziaria, spettano alla regione, oltre alle entrate tributarie da essa direttamente deliberate, tutte le entrate tributarie erariali riscosse nell'ambito del suo territorio, ad eccezione delle entrate derivanti dall'imposta di produzione, dal monopolio dei tabacchi, dal lotto e dalle lotterie a carattere nazionale. Alla regione e inoltre attribuita un'assegnazione annua a carico del bilancio dello stato, a titolo di solidarietà nazionale, da impiegarsi nell'esecuzione di lavori pubblici e tendente a bilanciare il minor ammontare dei redditi di lavoro nell'isola in confronto alla media nazionale. L'art. 15 dello statuto, in deroga all'art. 115 cost., dichiara soppresse nell'ambito della regione siciliana le circoscrizioni provinciali e gli organi ed enti pubblici che ne derivano, così che l'ordinamento degli enti locali si basa sulla regione stessa, sui comuni e sui liberi consorzi comunali e l'emanazione delle norme relative rientra nella competenza della regione, che vi ha provveduto con D.-L. P. Reg. 29-X-1955, n. 6.

Il consorzio di comuni e un ente consortile, e non a carattere territoriale obbligatorio come l'ente provincia, traendo origine dalla spontanea volontà dei consorziati. Devesi però precisare che, stante l'inerzia dei comuni a farsi promotori della costituzione dei liberi consorzi, la regione con L. R. 6-III-1986, n. 9, ha ora istituito le nuove «province regionali» stabilendo un meccanismo di silenzio-assenso per cui la mancata proposta di costituzione del libero consorzio equivale a proposta di costituirsi in consorzio con i comuni ricadenti nell’ambito territoriale della disciolta provincia e con il medesimo capoluogo: il che ha portato alla conferma delle vecchie circoscrizioni provinciali per mancanza di iniziative in senso diverso dei comuni.

 



   


   

 

LA PREISTORIA

Scorcio dei Ruderi di Morgantina SiculaNumerosi resti paleolitici rinvenuti in Sicilia, testimoniano la presenza di antichi insediamenti umani; alcune tracce di questi resti sono visibili nelle grotte dell'Addaura, vicino Palermo. Dislocate in più punti dell'isola, la testimonianze dell'età neolitica raccontano la cultura delle origini: interessanti grotte si trovano, ad esempio, presso gli arcipelaghi delle Egadi e delle Eolie, a Stentinello (Siracusa), a San Cono (Caltanissetta) e a Villafrati (Palermo). All’età dei metalli si fanno risalire intere necropoli come quelle di Cassibile e di Pantalica. I reperti più antichi confermano la presenza di identità etniche appartenenti a tre diversi gruppi: elimi, sicani e siculi. Secondo quanto riporta lo storico Tucidide, la Sicilia orientale era popolata dai siculi, il centro dai sicani e l'occidente dagli elimi, essendo non indoeuropei questi ultimi due e sicuramente indoeuropei i primi. Anche i fenici, di origine semitica, fondano le loro basi commerciali nell'isola a partire dall'età dei metalli.  Dell'età del ferro rimangono tracce di villaggi di capanne, come a Monte Finocchito. Le zone di maggiore interesse archeologico, attraverso cui leggere la storia di queste popolazioni, risultano essere Solunto, Jato e Himera. In particolare, sul Monte Jato (distante circa trenta chilometri da Palermo) si sono concentrate le ricerche degli ultimi trenta anni.

continua >>>

 
 

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