Lo
strepitoso "successo" ecologico di Vendicari è
dovuto alla multiformità del suo habitat
ripartito in diversi biotopi: costa rocciosa,
sabbiosa, ampia macchia mediterranea, pantani
salmastri e d'acqua dolce, saline, garighe e
aree coltivate. In ogni ambiente umido
attecchiscono piante acquatiche e ripariali
adattate alle condizioni di temperatura,
salinità e profondità delle acque e variano
anche le popolazioni di invertebrati e
microvertebrati: in questo modo l'offerta di
nutrimento per gli uccelli è estremamente
eterogenea. In differenti zone della riserva
domina la gariga a timo arbustivo, a palma nana
ed a spinaporci. Nelle radure, in autunno,
spiccano le fioriture azzurro-violacee della
mandragora autunnale, pianta tossica impiegata
per scopi officinali.
La costa rocciosa è invece
il regno del finocchio di mare e dello statice
siracusano, mentre quella sabbiosa varia in base
alla distanza dalla linea di costa, per la
vicinanza ai pantani e per la loro salinità.
Un
aspetto della vegetazione a macchia è quello
caratterizzato da mirto e lentisco (arbusti
sempreverdi). La vegetazione delle paludi, con
alto grado di salinità, ospita la salicornia
fruticosa che colora di rosso le rive e la
salicornia glauca.
Il canneto nelle aree umide
svolge un ruolo ecologico fondamentale perché
consente la nidificazione agli uccelli palustri
e dà rifugio a parecchi invertebrati e microvertebrati.
La fauna presente nella zona è
ricchissima di uccelli e varia in base alle
stagioni ed alla fisiologia degli animali
stessi: in estate i pantani riducono molto la
loro profondità per l’evaporazione e non offrono
le stesse opportunità del periodo primaverile.
In giugno-luglio restano solo pochi migratori
estivi che hanno perduto la stagione
riproduttiva, come gli aironi cinerini e le garzette, grossi trampolieri che si appostano
per catturare gli avannotti boccheggianti nelle
pozze, un grosso stormo di gabbiani immaturi,
quasi tutti reali e pochi gabbiani corsi.
Luogo
ideale d’approdo, per la posizione geografica,
al centro del Mediterraneo, il clima mite e
l’amenità del sito, questa terra fu visitata ed
abitata da varie popolazioni che, nel tempo, ne
andavano trasformando l’ambiente, adattandolo
alle proprie esigenze e lasciando tracce del
loro passaggio.
Oggi,
è un oasi ambientale d’importanza
internazionale, in cui si trovano luoghi di
culto, catacombe e necropoli coperti dalla
vegetazione. Se nel sito di Cittadella (così si
chiama una zona dell’oasi) mancano reperti
dell’epoca classica, non è lo stesso per il
complesso edilizio di S. Lorenzo, dove si è
scoperta la cella di un tempio greco, o per la
zona della Balata di Vendicari (una spianata
rocciosa che fungeva da banchina per l’attracco
delle navi): molti elementi, simili a quelli dei
monumenti greci, costituiscono la struttura
muraria del porto. Nello stesso “perimetro”
della balata si trovano costruzioni seminterrate,
dentro le quali sono stati rinvenuti anche
“cocci” di anfore greche a vernice nera e
vasche-deposito di un antico stabilimento per la
lavorazione del pesce, accanto alle quali si è
scoperta anche una piccola necropoli.
Più
numerosi sono i resti del periodo bizantino,
scoperti e studiati da Paolo Orsi: chiesette,
catacombe, abitazioni e necropoli.
Ben visibile
e in condizioni accettabili è la Torre Sveva che
secondo il Fazello fu costruita da Pietro
d’Aragona, fratello del re di Spagna e Sicilia
(1416-1458); altri storici la ritengono di epoca
antecedente perché ne sottolineano la funzione
di difesa delle popolazioni locali e del mercato
granario del porto di Vendicari.
La tonnara è un
altro edificio in disfacimento che conserva
ancora in buone condizioni la ciminiera. fu
Costruita nel Settecento. Smise definitivamente
la sua attività nel 1943. Le saline a Vendicari
ebbero importanza economica per lungo tempo.
I
primi impianti risalgono al ‘400 e tutt’oggi ne
restano vestigia facilmente avvistabili sul
Pantano Grande. Nel ‘700 le saline erano
sicuramente funzionanti a supporto della tonnara
per la conservazione del pesce.
La Flora
L’efedra fragile, arbusto alto fino a
3 m ramosissimo, di forma generalmente
emisferica, è costituito da rami cilindrici
verdi e flessuosi, intrecciati fra loro, che si
biforcano in 2, o in fascetti di 3-5. I rami
sono suddivisi in articoli alla base dei quali,
protetti da foglioline (brattee), ci sono i
fiori unisessuati di colore giallo (sui rami più
esterni). Fiorisce in primavera e
l’impollinazione avviene ad opera del vento. I
frutti hanno colore rosso vivo e forma globosa,
con due semi neri.
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