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Lussureggiante, la
vegetazione lungo le rive è caratterizzata dalla
presenza di oleandro e platano orientale. Le
acque incontaminate del fiume garantiscono
l’insediamento di animali delicatissimi, come
gli anfibi e diverse specie di trota tra cui la
rarissima trota siciliana. Nelle vicine grotte
sono presenti varie specie di pipistrelli.
Questi luoghi soddisfano le aspettative del più
esigente visitatore, da quello attratto dalle
bellezze paesaggistiche e dalla qualità
ambientale a quello che ama provare l’emozione
di immergersi in un’atmosfera che evoca un
lontano passato. L’Azienda Foreste Demaniali ha
realizzato itinerari, aree attrezzate e luoghi
di accoglienza che facilitano l’esplorazione del
sito nel pieno rispetto della sua integrità
ambientale.
La Flora
L’oleandro.
Tutti i siciliani conoscono l’oleandro
per le colorate fioriture che
vivacizzano le autostrade più importanti
della regione. E in verità, grazie alla
sua rusticità ed alla grande resistenza
ai climi caldo-aridi, rappresenta la
pianta ideale per tale scopo
ornamentale. È un arbusto che vegeta
rigogliosamente lungo i corsi fluviali
dalle sponde rocciose. Pianta
sempreverde, è indicato dai botanici
come interessante esempio di adattamento
alle condizioni di aridità. I suoi stomi (aperture presenti nella parte
inferiore delle foglie), infatti, al microscopio
appaiono infossati in cavità tappezzate di peluzzi
che riescono a trattenere l’acqua per evitarne
la dispersione con la traspirazione. Fiorisce da
maggio a luglio.
Il frutto, maturo ad
ottobre-novembre, è allungato e si apre in due
valve in cui riposano i semi provvisti di peli,
che ne favoriscono la dispersione col vento. Si
tratta di una pianta tossica per l’uomo e per
gli animali a causa dell’elevato contenuto in
glucosidi.
Il colore dei fiori varia dal
bianco al rosa. Le foglie sono verde chiaro e
lanceolate. Cresce spontaneo nell’Europa
meridionale, lungo i greti dei torrenti nella
porzione terminale e più secca degli alvei e può
spingersi fino ai 500 m di quota.
La Fauna
La trota siciliana è un salmonide che
si ritrova esclusivamente in Italia meridionale,
Sicilia, Sardegna e Nord Africa. Pesce molto
esigente, richiede acque fresche e molto
ossigenate; rischia l’estinzione a causa delle
pessime condizioni ambientali in cui versano i
fiumi e dell’introduzione di specie ittiche
concorrenti. Il dorso è grigio-olivastro,
chiazzato di macchie nere, i fianchi sono più
chiari e l’addome bianco. Le pinne appaiono
giallastre. La sua alimentazione varia a seconda
dell’età: da giovane si nutre di piccoli
invertebrati e microfauna, mentre da adulta si
ciba di insetti, larve, uova di pesci e pesci. È
molto elusiva, infatti per la gran parte della
giornata si nasconde sotto tronchi e rami
sommersi o sotto i massi. Si riproduce in
autunno/inverno e le uova sono deposte in conche
nella ghiaia o tra i sassi dove il maschio le
feconda.
Elementi
di straordinario interesse naturalistico,
archeologico ed etnoantropologico fanno di
Pantalica un sito sicuramente unico al mondo.
Nelle pareti a strapiombo sul fiume Anapo si
trova, scavata nella roccia calcarea, la
necropoli più grande d’Europa, un alveare
(strana coincidenza: i Siculi, nella tradizione
vengono ricordati come il Popolo delle Api) di
5.000 tombe. Nel sito, a 425 m s.l.m.,
delimitato dalle valli del fiume Anapo e del
Calcinara, suo affluente, si ebbero insediamenti
a partire da XIII sec. a.C. (continuarono, in
maniera non regolare, fino alla fine del sec.VIII
a.C.), quando questo tavolato roccioso,
incuneato tra ripide pareti a picco, ritenuto
luogo sicuro, ideale per la difesa, venne
colonizzato dalle popolazioni di costiera, che
si arretravano a causa di minacciose incursioni,
secondo quanto racconta lo storico greco
Ellenico.
Oggi alcuni studiosi sono propensi a
credere che l’insediamento sia avvenuto a
prescindere perché, da nuove indagini, pare che
le popolazioni di costa non abbiano abbandonato
la loro postazione.
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