Fin
dal sorgere delle istituzioni dei Parchi
Letterari italiani - da un'idea di Stanislao
Nievo (pronipote di Ippolito) e su proposta
della relativa Fondazione Ippolito Nievo - si
pose come scopo primario di battezzare un parco
con il nome dello scrittore ennese Nino Savarese,
perché la sua attività di scrittore,
drammaturgo, poeta e saggista è riconosciuta in
tutto il Paese e all'estero. Un'intenzione che
va al di là della sua qualificata figura, anche
perché tanti luoghi - per non dire la maggior
parte - rientrano (a essere descritti nelle sue
opere) nel percorso che comprende il Parco
Letterario. Luoghi dunque che sono stati fonti
primarie di ispirazione e scenario naturale
della quasi totalità del suo lavoro di
scrittore. A ciò si aggiunga che soprattutto la
civiltà contadina, il mondo delle zolfare e
quello degli artigiani dell'ennese furono i
protagonisti delle sue opere.
Il percorso che è stato individuato per essere
tracciato parte da Enna, dalla Rocca di Cerere e
dal Castello di Lombardia; si passa la
valle-quartiere di Valverde (il più antico della
città e luogo del mito, poiché residenza di
Demetra secondo le fonti più autorevoli e le
testimonianze che, ancora oggi, ne danno
conferma con i riti, le ricorrenze e le feste),
quindi si arriva alla torre di Federico con i
suoi giardini sovrastanti l'altro antico
quartiere dei Greci.
Scendendo per il centro storico si passa per la
chiesa Madre con - nella stessa piazza - i due
musei: Alessi e Varisano. Poi si va per chiese,
monasteri, palazzi antichi (Chiara monte,
Pollicarini, Benedettini, Varisano) e così via,
nel cuore della città dove si trova anche la
torre campanaria arabo-normanna di San Giovanni,
circondata da chiese antiche e abitazioni
vetuste. Nel quartiere del mercato più vecchio
della città, si trova la casa di Nino Savarese.
Proseguendo
sulla strada che ci porta verso il sud della
città - la Pergusina -, a soli pochi minuti di
macchina troviamo il IV polo universitario
siciliano, che rappresenta una "mèta" per
motivare l'idea del Parco, che vede nel suo
obiettivo primario l'imprenditoria giovanile. Di
seguito incontriamo il villaggio Pergusa con il
suo mitico lago (perché fu sopra le sue rive che
Ade, dio degli inferi, rapì Persefone), zona già
dichiarata riserva naturale con una estesa
pineta. Sulla stessa strada, a pochi minuti di
auto, si trova "Grottacalda", la miniera di
zolfo che assieme a "Flori stella" rappresentò
fino a dopo la guerra il più grande impianto e
bacino solfifero d'Europa.
La miniera da tempo in disuso con tutte le
strutture di archeologia industriale, è già
inserita nella proposta di Parco Letterario
interprovinciale (Agrigento Caltanissetta Enna)
intestato a Leonardo Sciascia. Inserimento che
vede la realizzazione in questo sito di un museo
mineralogico dello zolfo.
La zona di Grottacalda è stata riconvertita "da
privati" con la creazione di un vasto bosco di
conifere (lì dove si intravedono i "calcheroni"
delle attività minerarie del passato) e di
diverse strutture attrezzate per svolgere (come
da più di 5 anni fanno) l'attività di
agriturismo.
A 10 minuti da Grottacalda, si trova Valguarnera
(Carope). Il paese, avendo dato i natali allo
scrittore Francesco Lanza, contemporaneo ed
amico di Savarese, costituisce quello che nel
gergo dei Parchi Letterari rappresenta un
"cosiddetto nodo letterario".
Più in là, sempre sulla stessa strada e a pochi
minuti, c'è il "Parco Ronza" che rappresenta,
assieme ai gran di boschi della "Bellia", uno
dei polmoni verdi (se non il più vasto) della
nostra Sicilia: i boschi si estendono per un
chilometro fino a dopo Piazza Armerina e quasi
raggiungono il bosco di santo Pietro alle porte
di Caltagirone, da una parte, e le pendici dei
colli limitrofi ad Aidone, dall'altra.
Proseguendo si giunge al bivio Bellia, dal quale
sulla destra si arriva ad Aidone. Qui si trovano
il museo archeologico, gli scavi di Morgantina,
il teatro di rappresentazioni classiche.
Andando diritto si arriva dopo solo un
chilometro a Piazza Armerina che ha conservato
quasi integra per non dire del tutto la sua
antica struttura di sito medioevale e perciò il
suo centro
storico
è totalmente intatto. Quindi, "dulcis in fundo",
troviamo la "Villa Romana del Casale", che dista
un paio di chilometri dalla città: sito dei
"Mosaici" con 700.000 visitatori l'anno.
L'itinerario si snoda su un territorio
percorribile in mezz'ora di auto. L'intento è
quello di ridimensionare la convinzione di
arrivare dalle nostre parti giusto il tempo di
carpire per non dire rubare una manciata di
bellezze e di sensazioni particolari e uniche, e
poi "scappare" subito alla volta di località
siciliane sicuramente più conosciute e
gettonate. Enna non ha il mare ma, come dice
Savarese, "il mare da noi c'è e si estende a
perdita d'occhio, è da antichissima data che lo
abbiamo noi il mare, unico al mondo, si trova
disteso ai fianchi e da tutte le parti del
nostro 'alto' paese, solo che non di acqua
frastornante ed invadente si è il nostro mare,
ma cangiante di silenziose ed ondeggianti spighe
si è fatto di grani si è, che il frumento ad
ogni stagione, ed in maniera diversa, ci dà da
mirante e a fame il pane più 'bello' del mondo".
continua >>>
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