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:: Nella terra del vulcano Etna

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Come si conserva. L’arancia può essere conservata dai 60 ai 120 giorni, a temperature tra i 6 e i 10 gradi e in ambienti con un’umidità tra l’85 e il 90%.
Come si produce. Le condizioni ambientali e di coltura degli aranceti destinati alla produzione dell’Arancia Rossa di Sicilia devono essere quelle tradizionali della zona e comunque atte a conferire al prodotto le specifiche caratteristiche di qualità. Il distacco dei frutti viene effettuato a mano con l'ausilio di forbicine di raccolta che operano il taglio del peduncolo. Dopo la raccolta, le arance sono selezionate e sottoposte a condizionamento e, quindi, confezionate e distribuite nei punti di vendita.

 

Monte Etna Dop

La coltivazione dell’olivo nella zona orientale della Sicilia risale al primo millennio a.C. e all’ VIII secolo a.C, da parte dei Fenici ed in seguito dei Greci. La presenza del vulcano ha alimentato il mito di questa coltura, il ciclope Polifemo fu infatti accecato del suo unico occhio da Ulisse e i suoi compagni, proprio con un ramo d’ulivo. Nel corso dei secoli la produzione oleicola in questa zona ha subito un notevole sviluppo fino a diventare una coltura di rilevante importanza per l'economia della zona. Già a partire dal III secolo a.C. i romani gravarono l’olio siciliano di pesanti tributi, così da scongiurare la concorrenza alle produzioni campane e laziali. In seguito, gli arabi, durante il loro dominio in Sicilia, diedero un nuovo impulso alla coltivazione degli ulivi razionalizzando le colture. Testimonianza dell’importanza della produzione oleicola etnea si trovano già nell'opera di Pietro Bembo “De Aetna”, nella quale riporta la bontà ed i pregi della coltura dell'olivo attorno all'Etna. Successivamente il naturalista Lazzaro Spallanzani, gli scrittori A.Stoppani, W.Goethe, Guy de Maupassant, Tocqueville e tanti altri, sono stati testimoni entusiasti della produzione locale.

Come si consuma. Grazie al sapore fruttato, l’olio Monte Etna rappresenta il condimento ideale sia a crudo, per verdure fresche, insalatine selvatiche e bruschette, sia in cottura su verdure bollite, minestre di legumi e arrosti di pesce.

Come si conserva. L'olio deve essere conservato in ambienti freschi, asciutti e lontano da fonti di calore, a una temperatura compresa tra i 14 e i 20°C. In questa situazione ottimale la qualità del prodotto resta integra per oltre 36 mesi. Con le basse temperature l’olio può andare soggetto a congelamento, per cui, prima di iniziarne il consumo, occorre riportare il recipiente a temperatura ambiente (16-18°C) per alcuni minuti e agitarlo ripetutamente, per agevolare il ritorno del prodotto allo stato naturale.

Come si produce. L'olio extra vergine di oliva Monte Etna è prodotto da olive sane, raccolte entro il periodo compreso dall'invaiatura fino alla II decade di gennaio, in base alla diversa altitudine del territorio. La raccolta delle olive avviene direttamente dalla pianta per pettinatura a mano delle chiome o con l'ausilio di macchine agevolatrici e di reti di raccolta, successivamente, le olive raccolte vengono conservate fino alla fase di molitura in recipienti rigidi ed aerati, disposte in strati sottili e in locali che garantiscano condizioni di bassa umidità relativa (50-60 %) e temperature max di 15°C. L'estrazione dell'olio avviene esclusivamente mediante processi meccanici, in particolare la molitura avviene mediante l'uso di macine in pietra (rappresenta il sistema di molitura più antico) e di frangitori meccanici.

 

 

Ficodindia dell'Etna Dop

Il ficodindia venne introdotto in Sicilia alla fine del sedicesimo secolo dagli Spagnoli, come riporta lo storico Denis Mack Smith nel suo “History of Sicily “ — Medieval Sicily 800 — 1713, assieme ad altre importanti piante come il pomodoro dal Perù e il tabacco dal Messico. Quello più comunemente usato era il ficodindia proveniente dall’America Tropicale, una pianta capace di sopportare lunghi periodi di siccità e di propagarsi facilmente nelle fenditure della roccia. Proprio per questa sua caratteristica il fico d’india venne fin da subito piantato per frantumare la lava nei fertili pendii del monte Etna e ancora oggi caratterizza il paesaggio del versante Nord occidentale del noto vulcano siciliano.
Come si consuma. Il ficodindia dell’Etna ha un effetto depurativo, facilita la diuresi ed è consigliato ai soggetti che hanno un sovraccarico del lavoro metabolico, renale ed epatico; va consumato fresco ma è utilizzato anche per la preparazione di dolci come la Mustazzola di ficudinnia, la Conserva di ficudinnia, il Gelo di ficudinnia e la bavarese di ficudinnia. Dal frutto si ottiene anche un liquore.
Come si conserva. Il ficodindia dell’Etna va conservato in frigorifero, prima di consumarlo si consiglia di tenerlo qualche ora a temperatura ambiente.
Come si produce. Il ficodindia è un frutto che attecchisce facilmente e non richiede interventi onerosi. Resistentissimo al caldo e alla siccità, si moltiplica usando le pale di circa 2 anni di età che si staccano dalla pianta madre, si espongono in pieno sole per cicatrizzarne i tagli e poi si interrano per i due terzi. I terreni più indicati sono quelli di tessitura media o grossolana, che vanno preparati livellando le superfici ed effettuando apposite operazioni colturali e concimazioni. Una particolare tecnica per ottenere frutti particolarmente grossi e saporiti consiste nell'eliminare dopo la fioritura buona parte dei frutticini allegati (scutulata o scozzolatura). Essa viene eseguita tra la fine del mese di maggio e la prima metà del mese di giugno, in relazione alle zone di produzione e alle condizioni climatiche. Le operazioni di raccolta, in relazione alle zone di produzione e all'andamento climatico, si svolgono dalla seconda decade di agosto per i frutti di prima fioritura (Agostani) e da settembre a dicembre per i frutti di seconda fioritura (Scozzolati o Bastardoni). I frutti dopo la raccolta vengono immagazzinati in locali idonei ventilati e asciutti e, per essere commercializzati con la qualifica di despinati, vengono sottoposti al processo di despinatura.

 
 

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