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:: La strada del Marsala e del Moscato di Pantelleria

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Tutte le tipologie devono essere sottoposte a un periodo di invecchiamento minimo (compreso tra 1 anno per la tipologia “Fine” e 10 anni per quella “Vergine Stravecchio o Riserva”), che decorre sempre dalla data di ultimazione delle operazioni di concia; l’invecchiamento deve avvenire in recipienti di legno, preferibilmente di rovere o di ciliegio.

Moscato di Pantelleria e Passito di Pantelleria Doc

Questo vino è prodotto da tempo immemorabile nell’isola di Pantelleria dalla varietà di uva Zibibbo e vanta una storia costellata di importanti riconoscimenti. Premiato nel 1900 all'Esposizione di Parigi, nel 1936 fu inserito tra i vini tipici italiani per il suo "aroma delicato e fine e per il suo sapore vellutato, dolce, carezzevole, generoso", e già nel 1971, terzo tra i vini siciliani, ottenne la Doc. La sua assoluta bontà ha alimentato negli anni curiose leggende, come quella della dea Tanit che si finse coppiera degli dei e sostituì all’ambrosia, bevanda abituale dell’Olimpo, il mosto delle vigne di Pantelleria, riuscendo a conquistare Apollo di cui era invaghita.

Questo vino è prodotto nelle tipologie Bianco, Moscato, Passito, Moscato Dorato, Moscato Liquoroso, Moscato Spumante, Passito liquoroso e Zibibbo Dolce.

Come si consuma. Il Pantelleria Bianco va degustato come aperitivo in calici flûte a una temperatura di 6-8°C. Il Moscato di Pantelleria si accompagna a dolci da forno e pasticceria secca. Si consiglia di servirlo in coppe a una temperatura di 6-8°C. Il Passito di Pantelleria si sposa a perfezione con formaggi erborinati, con la cassata siciliana e con i baci panteschi, e va servito a 10-12 °C in calici di media capacità a tulipano.

Il Pantelleria Moscato Liquoroso e il Passito Liquoroso sono vini da meditazione che possono essere degustati anche assieme a formaggi erborinati e a dolci tipici siciliani come la cassata e vanno serviti calici di piccola capacità a tulipano a 12-14°C.

Il Moscato Spumante si abbina a dolci da forno e va servito in ampi ballon a 18–20°C. Infine il Pantelleria Zibibbo Dolce va degustato insieme alla pasticceria secca in coppe larghe a una temperatura di 18–20°C

Come si conserva. Per conservare correttamente i vini di questa Doc è sufficiente tenere il vino al buio, a una temperatura costante fra 10 e 15°C e, per impedire che il tappo si asciughi, l’umidità deve aggirarsi intorno al 70-75%. Le bottiglie vanno conservate in posizione orizzontale su scaffalature di legno.

Come si produce.
Per la produzione della tipologia Moscato di Pantelleria è prevista l’aggiunta di uva leggermente appassita nel corso della prima fermentazione o dopo di essa, su un prodotto base avente una gradazione alcolica complessiva minima naturale di almeno 14,5°C.

L’appassimento delle uve deve avvenire al sole sia sulla pianta che dopo la raccolta. Il resto del processo è comune agli altri vini passiti: è necessario diraspare le uve, siano queste stramature o più o meno appassite, perché i raspi si presentano secchi e quindi in grado di assorbire quantità sensibili di alcol e conferire cattivi sapori.

Si procede quindi con una pigiatura soffice. Alla fase dell’ammostatura segue la fermentazione, che si blocca naturalmente al raggiungimento di una certa gradazione alcolica poiché, pur essendo presenti ancora nel prodotto vinoso consistenti quantitativi di zuccheri residui, i lieviti non riescono più a trasformarli in alcol, proprio per l’elevata gradazione alcolica già raggiunta. Il vino così ottenuto viene quindi stabilizzato e imbottigliato.

Cappero di Pantelleria Igp

Il terreno di Pantelleria è di origine vulcanica, estremamente arido per le scarse piogge, e come tale è l’ambiente ideale per la coltivazione del cappero, che costituisce una fonte di reddito di notevole importanza per l’isola. Il cappero è conosciuto sin dai tempi dei Greci e dei Latini non solo per il suo impiego gastronomico, ma anche per le sue proprietà benefiche per l’organismo o addirittura per le virtù afrodisiache, come è riferito persino nella Bibbia.

Come si consuma. Il Cappero di Pantelleria ha un forte aroma penetrante che aggiunge sapore a molte pietanze della cucina mediterranea, dalla pasta al pesce, e ha, inoltre notevoli proprietà diuretiche, toniche e digestive. Si sposa con olive nere, pomodori, acciughe e origano nel celebre Pesto pantesco.

Come si conserva. Il Cappero di Pantelleria va conservato al naturale, evitando contenitori di plastica, sotto sale marino. È importante perciò, prima di consumarlo, lasciarlo qualche minuto sotto l’acqua corrente, in modo da eliminare il sale in eccesso.

Come si produce. La produzione annuale ha inizio alla fine di maggio e va avanti anche fino a metà settembre. I capperi, raccolti a mano, sono deposti in appositi tini, immersi in sale marino grosso, per eliminare il sapore amaro. Dopo dieci giorni vengono scolati dalla salamoia e rimessi in un altro tino, con aggiunta di sale marino grosso, movimentati e mescolati per altri dieci giorni. Alla fine di questo secondo periodo i capperi sono maturi e pronti per essere consumati.

 
 

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