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Itinerari e Luoghi da Scoprire |
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ITINERARIO NELLE NOVE PROVINCE
SICILIANE |
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Itinerari nella Provincia di Palermo |
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 Un
duplice omicidio che commosse l'opinione pubblica dell'epoca e destò
grande scandalo. La vicenda raccontata attraverso un poemetto in
vernacolo siciliano, "L'amaro caso della baronessa di Carini" , ha
consegnato alla leggenda popolare questo castello fondato durante il
regno di Ruggero II tra il 1075 e il 1090. In quelle stanze affacciate
sull'omonimo golfo il 4 dicembre del 1563 si consumò l'eccidio di Laura
Lanza e del suo amante Ludovico Vernagallo per mano del marito e del
padre di lei, Don Cesare Lanza. Il castello fu profondamente
ristrutturato nei secoli, soprattutto ad opera della famiglia dei
Grua-Talamanca.
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 Costruito
dagli Arabi, rappresentava una struttura fortificata ubicata all'interno
del circuito cittadino, una posizione che oggi corrisponde all'area
urbana più adiacente alle banchine del porto. Si tratta di uno dei
complessi architettonici più antichi della città. Residenza preferita da
Federico II durante i suoi soggiorni a Palermo, rivestì per secoli la
funzione principale di avamposto fortificato a protezione delle zone
portuali. Fu successivamente sede del Tribunale dell'Inquisizione e
nell'800 prigione borbonica. La sua area è costituita da due zone
principali: la torre mastra, circondata da una zona di rispetto e
un'ampia zona archeologica con un insieme di edifici piuttosto
eterogeneo.
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Il
palazzo venne costruito a partire dal 1307 dalla famiglia Chiaramonte,
una delle più facoltose e potenti del periodo aragonese, il cui ultimo
discendente, Andrea, fu giustiziato il 1° giugno del 1392 proprio
davanti all'ingresso dell'edificio. Da allora divenne noto come palazzo
Steri, da Hosterium, ossia dimora fortificata, caratteristica
ravvisabile nella forma squadrata e pulita. Lo Steri divenne così la
reggia di Martino I d'Aragona, di Bianca di Navarra e poi residenza dei
vicerè spagnoli. Nel Seicento divenne sede del Tribunale
dell'Inquisizione, destinazione mantenuta fino al 1782, anno
d'abolizione in Sicilia di questa triste istituzione.
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La
sua costruzione iniziò nel 1316 per volere del conte Francesco I di
Ventimiglia sui ruderi dell'antico centro bizantino di Ypsigro, sito sul
colle S. Pietro; donde l'appellativo di "Castello del buon aere", da cui
deriva il nome Castelbuono. Durante il XVII sec. furono apportate
radicali trasformazioni per esigenze d'abilità, essendovisi trasferite
alcune famiglie dei Ventimiglia da Palermo. Il castello, per la sua
posizione geografica a valle, non ebbe mai finalità strategiche.
Presenta caratteristiche arabo-normanno e sveve: la forma a "cubo"
richiama l'architettura araba, le "torri quadrate", pur se incorporate a
quelle del prospetto, rispecchiano l'architettura normanna come pure la
merlatura, la "torre cilindirca" esprime moduli d'architettura sveva.
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Eretto
nel periodo normanno arroccato su un ripido sperone roccioso, quest'opera
della famiglia Chiaramonte è senz'altro uno dei manieri feudali più
importanti, suggestivi e meglio conservati dell'isola, oltre ad essere il
più grande. Le vicende che lo hanno visto protagonista, a partire dal 1094,
costituiscono un'intensa pagina di storia siciliana. Fu infatti rifugio di
Matteo Bonello e dei congiurati della rivolta dei baroni del 1160-61,
confiscato dalla Corona, ampliato nel 1300 da Manfredi I Chiaramonte,
ulteriormente fortificato alla fine del secolo da Giaimo de Prades che fece
edificare la Torre del Dammuso a metà del prospetto sud e, infine,
trasformato in palazzo dagli Amato nel XVIII sec.
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Il
Parco Letterario intitolato a Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957)
comprende un vasto territorio della Sicilia occidentale che da Palermo,
dove lo scrittore nacque e scrisse Il Gattopardo, si estende a Santa
Margherita di Belice nello splendido palazzo Filangeri Cutò, dove
trascorse l'infanzia e a Palma di Montechiaro, feudo di famiglia. Tre
luoghi che sono insieme scenari delle pagine del suo romanzo più famoso
e importanti tessere della intensa sensibilità dell'autore. Pubblicato
nel 1958 dopo la sua morte, fonte d'ispirazione per il film di Luchino
Visconti, con Burt Lancaster, Claudia Cardinale e Alain Delon, "Il
Gattopardo" narra la storia del principe di Salina e della sua famiglia
nella Sicilia dello sbarco dei Mille all'alba della fine di un regime e
rappresentò un caso letterario clamoroso.
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