
Lungo la strada che da
Trapani, passando per Paceco conduce a Marsala
costeggiando la laguna dello Stagnone che
accoglie Mozia, sono visibili montagne dal
candore abbagliante che luccicano sotto il sole.
Non si tratta di rocce innevate ma delle saline,
una delle risorse storiche dell'economia
siciliana molto preziosa già al tempo dei Fenici
a cui si devono le prime tecnologie di
produzione. Le circostanze climatiche favorevoli
quali acque basse, temperatura elevata e vento
che favorisce l'evaporazione, contribuiscono a
creare lo scenario suggestivo ed irreale dalle
saline, formando un'immensa scacchiera dalle
colorazioni che dal verdastro tendono al rosa.
Gli itinerari turistici per visitare le saline
si snodano lungo gli argini dei bacini e,
percorrendo le sponde delle vasche luccicanti
per la cristallizzazione del sale, raggiungono
gli isolotti su cui troneggiano mulini a vento
restaurati, memoria del tempo in cui erano gli
strumenti principali per pompare acqua e
macinare il sale. Un panorama tutto da godere,
preferibilmente al tramonto, quando tutto si
tinge di rosso.
Museo del sale di Nubia
(Trapani). Percorrendo la strada costiera SP
21 in direzione di Marsala, la prima tappa della
via del sale è Nubia, sede del WWF che gestisce
la Riserva Naturale delle Saline di Trapani e
Paceco., dove in una casa salaria vecchia di 300
anni è stato istituito un "Museo del Sale". Qui
sono illustrate le fasi della lavorazione del
sale e conservati alcuni attrezzi utilizzati per
l'estrazione e la raccolta: ingranaggi di
mulini, pale, ruote dentate, spine, pignoni. I
pannelli esplicativi alle pareti e le foto dei salinari al lavoro contribuiscono ad immergere
il visitatore nel mondo delle saline e ad
avvicinarlo ad un mestiere con i suoi tempi e i
suoi riti che si tramandava da padre in figlio.
Un'attività poco conosciuta alla base della
quale c'era la passione ed un particolare
rapporto con l'acqua di mare molto simile a
quello vissuto dai pescatori.
Museo del sale Ettore e Infersa (Marsala).
Seguendo la strada principale SP 21 in direzione
dello Stagnone si trovano le saline più
spettacolari. Un'indicazione segnala quelle di
"Ettore e Infersa". Si deve alla passione di
questi due uomini, che hanno restaurato e
rimesso in funzione un mulino vecchio di oltre
cinquecento anni, un tempo strumento
indispensabile per la macinazione del sale, se
ancora oggi è possibile assaporare il fascino
del lavoro di un tempo. Il mulino a stella o
"olandese" è composto da un tronco conico, da
una cupola e da sei pale di forma trapezoidale
con lo scheletro in legno, cui vengono applicate
le vele in tessuto che si muovono al vento.
All'interno un complesso sistema di ruote
dentate ed ingranaggi consente di orientare la
cupola e le pale sfruttando l'energia eolica per
macinare il sale o per convogliare l'acqua. In
questo caso al mulino viene collegata la
cosiddetta vite di Archimede. Le pale possono
girare ad una velocità di 20 km/h e sviluppano
una potenza di 120 cavalli; per azionare la
macina posta nei locali al pianterreno sono
necessari almeno 30/40 cavalli.
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Diversi particolari de
La Via del sale (Marsala - Trapani)
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(clicca sulle
foto per ingrandirle) |
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