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Il vulcano presenta, verso
oriente, la profonda depressione costituita
dalla Valle del Bove: una grande incisione di
circa 7 km per 5 km, con pareti alte sono a
1.000 metri che pare abbia tratto origine dal
collasso di parti di antichi edifici vulcanici a
causa di manifestazioni esplosive.
La maggior parte delle colate
etnee è costituita da blocchi e frammenti scoriacei con superfici aspre e tormentate (lave
aa); in altri casi, più rari, le lave mostrano
superfici più regolari spesso arricciate a
formare ammassi di corde avvolte e lastroni
(lave phaoehoe).
In quest'ultimo tipo di
colate si sviluppano frequentemente dei sistemi
di deflusso lavico racchiusi entro un involucro
di lava raffreddata e consolidata, che, nel
periodo finale dell'attività delle bocche è
estremamente variabile: si va da poche ore fino
a diversi mesi e persino ad anni; la lunghezza,
la portata e l'ampiezza delle colate dipende
essenzialmente dalla durata e dalla portata
dell'eruzione, ma anche da altri fattori legati
alla morfologia del suolo su cui esse scorrono.
La Fauna
Circa un secolo e mezzo fa il
Galvagni, descrivendo la fauna del'Etna,
raccontava della presenza di animali ormai
scomparsi e divenuti per noi mitici: lupi,
cinghiali, daini e caprioli. Ma l'apertura di
nuove strade rotabili, il disboscamento
selvaggio e l'esercizio della caccia hanno
portato all'estinzione di questi grandi
mammiferi e continuano a minacciare la vita
delle altre specie. Nonostante ciò sul vulcano
vivono ancora l'istrice, la volpe, il gatto
selvatico, la Martora, il coniglio, la lepre e,
fra gli animali più piccoli, la donnola, il
riccio, il ghiro, il quercino e varie specie di
topi e pipistrelli.
Moltissimi sono gli uccelli
ed in particolare i rapaci che testimoniano
dell'esistenza di ampi spazi incontaminati: tra
i rapaci diurni troviamo lo sparviero, la
poiana, il gheppio, il falco pellegrino e
l'aquila reale; tra i notturni il barbagianni,
l'assiolo, le allocco, il gufo comune. Aironi,
anatre ed altri uccelli acquatici si possono
osservare nel lago Gurrida, unica distesa
d'acqua dell'area montana etnea.
Nelle zone boscose è
possibile intravedere la ghiandaia, il colombo
selvatico e la coturnice che si mischiano ad una
miriade di uccelli canori quali le silvie, le
cince, il cuculo e tanti altri, mentre sulle
distese laviche alle quote più alte il culbianco
vi sorprenderà con i suoi voli rapidi ed
irregolari.
Tra le diverse specie di
serpenti, che con il ramarro e la lucertola
popolano il sottobosco, l'unica pericolosa è la
vipera la cui presenza, negli ultimi anni, è
aumentata a causa della distruzione dei suoi
predatori. Infine, ma non per questo meno
importante, vi è il fantastico, multiforme
universo degli insetti e degli altri artropodi:
farfalle, grilli, cavallette, cicale, api, gagni
ecc. con il loro fondamentale e insostituibile
ruolo negli equilibri ecologici.
La Vegetazione
L'universo vegetale dell'Etna
si presenta caratterizzato da un insieme di
fattori tra i quali ha un ruolo predominante la
natura vulcanica della montagna. La flora del
Parco, estremamente varia e ricca, condiziona il
paesaggio offrendo continui e repentini
mutamenti; ciòdipende dalla diversa compattezza
e dal continuo rimaneggiamento del substrato ad
opera delle colate laviche che si succedono nel
tempo, nonchèdal variare delle temperature e
delle precipitazioni in relazione all'altitudine
ed all'esposizione dei versanti.
Partendo dai piani altitudinali piùbassi, dove un tempo erano le
foreste di leccio, ecco i vigneti, i noccioleti
ed ancora i boschi di querce, pometi e castagni.
Intorno ed anche oltre i 2.000 metri troviamo il
Faggio che, in Sicilia, raggiunge il suo limite
meridionale e la betulla che è considerata dalla
maggior parte degli autori un'entità endemica.
Oltre la vegetazione boschiva
il paesaggio si modifica ed è caratterizzato da
formazioni pulviniformi di spino santo
(astragalo) che offrono riparo ad altre piante
della montagna etnea quali il senecio, la viola
e il cerastio.
Al di sopra del limite
dell'astragalo, tra i 2.450 ed i 3.000 metri
solo pochissimi elementi riescono a sopravvivere
alle condizioni ambientali dell'alta montagna
etnea. Al di sopra di queste quote e
sino alla sommità si stende il deserto vulcanico
dove nessuna forma vegetale riesce a mantenersi
in vita.
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